FOGNINI, IL TENNISTA
“PORCODIAZ”
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Fognini, Porcodiaz |
Lo chiamano
“Fogna” e già il soprannome è tutto un programma. E’ il tennista numero uno
d’Italia (cioè quello che occupa la posizione più alta nel ranking mondiale tra
gli italiani), la nostra punta di diamante in Coppa Davis. Vincitore di tre
titoli ATP di qualche prestigio. Infatti una cosa è certa: Fabio è forte, è un
vero talento. Forse anche più di qualcuno che lo precede in classifica, che il
tennis se lo è costruito a forza di allenamenti, con la ripetizione robotica
del movimento. Lui no, a lui le cose vengono naturali, quasi…a sua insaputa. Questa
premessa è indispensabile prima di venire al nocciolo del problema: il suo
carattere. Oltre a sfasciare racchette Fognini si è reso celebre per alcune
scenate contro gli arbitri, le invettive contro il suo stesso staff e altre
volte contro il pubblico. Il suo caratteraccio gli ha fatto buttare
letteralmente al vento partite già vinte o addirittura mai neanche cominciarle.
Talento e irascibilità quindi, accoppiata già vista su un campo da tennis. Fognini
però si distingue dai vari McEnroe o Nastase, la sua non è rabbia pura, non è
lo sfogo frustrato che segue un errore banale o l’urlo rivolto contro la
fortuna avversa. Il suo atteggiamento somiglia di più a quello che trovi nei
circuiti amatoriali, delle sfide tra amici che si sfottono ad ogni punto o che si
mandano a quel paese per una palla dubbia. Le stesse scene potrebbe benissimo
farle seduto al bar giocando a briscola con Gigi o Peppino. Il suo è un tennis “porcodiaz”,
da “festa delle medie”, e lo è sia sui campetti di periferia come a Wimbledon.
Una vera perla in questo senso Fabio l’ha regalata proprio sui campi londinesi.
Su una palla chiamata out parte lo show: Fognini fa finta di svenire, ripete
“non è vero, non è vero!”, poi parte con l’inglese maccheronico, quello per
l’appunto da seconda media. L’arbitro Pascal, che lo ammonì per troppa
esuberanza, non potè però trattenere le risa.
Date un’occhio al link, anche i commentatori non si trattengono.
Ci manca
solo il classico “Mii profe! ma sei in para?” e il campionario sarebbe stato
completo. Totalmente fuori contesto, nessun’altro si sarebbe azzardato manco a
pensarla una scena così. Io sono un
Federeriano, lo sono per la sua compostezza in campo e fuori, per
l’autocontrollo assoluto anche nei momenti peggiori. Prima di Federer ho amato
Borg, soprannominato l’orso di ghiaccio per quanto imperturbabile, trovo che il
tennis debba essere giocato da gentleman che si stringono la mano, che si
scusano per i colpi fortunosi, che sia il regno del fair play, e allora Fognini
cosa c’entra? Dovrei cambiare canale alla sua vista, se non proprio gioire
delle sue sconfitte quantomeno restarne indifferente, ed invece no, mi ritrovo
a fare un tifo da nazionale ai mondiali di calcio. Fabio non riesce a starmi
antipatico, in mezzo al coro di voci che lo descrivono come il Balotelli del
tennis, viziato, mai umile, io invece provo quell’invidia/ammirazione che non
si spiega solo con le qualità tennistiche di cui gli è stato fatto dono e che
io non ho. Chiisà, forse la spiegazione sta proprio lì, in mezzo tra l’invidia e l’ammirazione. Più ammirazione
che invidia. Si, perché è quella che si prova quando all’epoca del gruppazzo di
amici c’era il tipo che non aveva paura dei prof, con la battuta pronta, a suo
agio in ogni occasione, perché nessuna occasione è mai seria per lui, un po’
maleducato e ribelle, indicato dai genitori come cattivo esempio, ma cha alla
fine tutti vorrebbero imitare. E’ lo sbruffone che in pochi riescono ad essere
ma che spesso hanno fantasticato di essere. Se il circuito ATP fosse una classe
delle medie avrebbe il suo “secchine” ( Federer), lo sportivone (Nadal), la
“più figa” ( Ana Ivanovic), e sicuramente Fognini…la simpatica canaglia.
Mentre
scrivo il ragazzo ha appena conquistato il torneo di doppio agli Australian
Open, uno dei quattro tornei più importanti del mondo (mica bruscolini!!), in
coppia con Simone Bolelli (altro talento, ma quanta differenza). Mentre il compagno
conclude il discorso di rito durante la premiazione, Fabio da ditro mormora “e
io che cazzo dico io? Hai detto tutto tu…” poi al microfono apre con un “oh
Chicco, abbiamo vinto uno Slam cazzo!!”.
Ecco, per
l’appunto. Fognini, il tennis “porcodiaz”