venerdì 13 febbraio 2015

La Leonessa

Altra caratterizzazione dedicata alla "Ah-ih!! Schiavone"

La Leonessa

Mi sembra di aver letto che lei proprio non gradisca il soprannome, però a guardare bene questa immagine, sembra azzeccato

lunedì 9 febbraio 2015

Il Tennista Porcodiaz

FOGNINI, IL TENNISTA “PORCODIAZ”

Fognini, Porcodiaz



Lo chiamano “Fogna” e già il soprannome è tutto un programma. E’ il tennista numero uno d’Italia (cioè quello che occupa la posizione più alta nel ranking mondiale tra gli italiani), la nostra punta di diamante in Coppa Davis. Vincitore di tre titoli ATP di qualche prestigio. Infatti una cosa è certa: Fabio è forte, è un vero talento. Forse anche più di qualcuno che lo precede in classifica, che il tennis se lo è costruito a forza di allenamenti, con la ripetizione robotica del movimento. Lui no, a lui le cose vengono naturali, quasi…a sua insaputa. Questa premessa è indispensabile prima di venire al nocciolo del problema: il suo carattere. Oltre a sfasciare racchette Fognini si è reso celebre per alcune scenate contro gli arbitri, le invettive contro il suo stesso staff e altre volte contro il pubblico. Il suo caratteraccio gli ha fatto buttare letteralmente al vento partite già vinte o addirittura mai neanche cominciarle. Talento e irascibilità quindi, accoppiata già vista su un campo da tennis. Fognini però si distingue dai vari McEnroe o Nastase, la sua non è rabbia pura, non è lo sfogo frustrato che segue un errore banale o l’urlo rivolto contro la fortuna avversa. Il suo atteggiamento somiglia di più a quello che trovi nei circuiti amatoriali, delle sfide tra amici che si sfottono ad ogni punto o che si mandano a quel paese per una palla dubbia. Le stesse scene potrebbe benissimo farle seduto al bar giocando a briscola con Gigi o Peppino. Il suo è un tennis “porcodiaz”, da “festa delle medie”, e lo è sia sui campetti di periferia come a Wimbledon. Una vera perla in questo senso Fabio l’ha regalata proprio sui campi londinesi. Su una palla chiamata out parte lo show: Fognini fa finta di svenire, ripete “non è vero, non è vero!”, poi parte con l’inglese maccheronico, quello per l’appunto da seconda media. L’arbitro Pascal, che lo ammonì per troppa esuberanza, non potè però trattenere le risa.  Date un’occhio al link, anche i commentatori non si trattengono.



Ci manca solo il classico “Mii profe! ma sei in para?” e il campionario sarebbe stato completo. Totalmente fuori contesto, nessun’altro si sarebbe azzardato manco a pensarla una scena così.  Io sono un Federeriano, lo sono per la sua compostezza in campo e fuori, per l’autocontrollo assoluto anche nei momenti peggiori. Prima di Federer ho amato Borg, soprannominato l’orso di ghiaccio per quanto imperturbabile, trovo che il tennis debba essere giocato da gentleman che si stringono la mano, che si scusano per i colpi fortunosi, che sia il regno del fair play, e allora Fognini cosa c’entra? Dovrei cambiare canale alla sua vista, se non proprio gioire delle sue sconfitte quantomeno restarne indifferente, ed invece no, mi ritrovo a fare un tifo da nazionale ai mondiali di calcio. Fabio non riesce a starmi antipatico, in mezzo al coro di voci che lo descrivono come il Balotelli del tennis, viziato, mai umile, io invece provo quell’invidia/ammirazione che non si spiega solo con le qualità tennistiche di cui gli è stato fatto dono e che io non ho. Chiisà, forse la spiegazione sta proprio lì,  in mezzo tra l’invidia e l’ammirazione. Più ammirazione che invidia. Si, perché è quella che si prova quando all’epoca del gruppazzo di amici c’era il tipo che non aveva paura dei prof, con la battuta pronta, a suo agio in ogni occasione, perché nessuna occasione è mai seria per lui, un po’ maleducato e ribelle, indicato dai genitori come cattivo esempio, ma cha alla fine tutti vorrebbero imitare. E’ lo sbruffone che in pochi riescono ad essere ma che spesso hanno fantasticato di essere. Se il circuito ATP fosse una classe delle medie avrebbe il suo “secchine” ( Federer), lo sportivone (Nadal), la “più figa” ( Ana Ivanovic), e sicuramente Fognini…la simpatica canaglia.

Mentre scrivo il ragazzo ha appena conquistato il torneo di doppio agli Australian Open, uno dei quattro tornei più importanti del mondo (mica bruscolini!!), in coppia con Simone Bolelli (altro talento, ma quanta differenza). Mentre il compagno conclude il discorso di rito durante la premiazione, Fabio da ditro mormora “e io che cazzo dico io? Hai detto tutto tu…” poi al microfono apre con un “oh Chicco, abbiamo vinto uno Slam cazzo!!”.


Ecco, per l’appunto. Fognini, il tennis “porcodiaz”